Eventi sismici tra le province di Alessandria e Pavia del 21 novembre

Questa mattina, 21 novembre, tra le 11.34 (ora italiana) e le 11.40 sono stati registrati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV 3 terremoti localizzati tra le province di Alessandria e Pavia di magnitudo ML 3.1 (ore 11.34), ML 3.8 (ore 11.36), ML 2.5 (ore 11.40). I comuni più vicini agli epicentri dei  3 terremoti sono: Godiasco, Rivazzano e Retorbido in provincia di Pavia e San Lorenzo in provincia di Alessandria.

Localizzazione eventi sismici del 21 novembre 2013 tra le province di Alessandria e Pavia (agg. ore 13:00 italiane)
Localizzazione eventi sismici del 21 novembre 2013 tra le province di Alessandria e Pavia (agg. ore 13:00 italiane)

L’evento di magnitudo maggiore (ML 3.8) delle ore 11:36 è avvenuto ad una profondità ipocentrale di 5.6 Km. Dalla mappa preliminare degli effetti del terremoto ottenuta da primi questionari arrivati tramite il sito web http://www.haisentitoliterremoto.it si evidenziano diversi risentimenti soprattutto nella zona a nord dell’area epicentrale, intorno a Voghera.

Mappa preliminare degli effetti del terremoto ML 3.8 delle 12:36 (ora italiana) tratta dall'elaborazione dei questionari inviati al sito www.haisentitoilterremoto.it
Mappa preliminare degli effetti del terremoto ML 3.8 delle 11:36 (ora italiana) tratta dall’elaborazione dei questionari inviati al sito www.haisentitoilterremoto.it (agg. ore 13:00)

La scosse avvenute quest’oggi hanno interessato un’area in cui sono avvenuti nel passato alcuni terremoti che hanno prodotto danneggiamento. Il più importante è quello avvenuto il 9 ottobre 1828, con una magnitudo momento (Mw) stimata sulla base dei risentimenti macrosismici pari a 5.8. Gli effetti di quel terremoto raggiunsero un’intensità pari a VIII MCS in alcune località in area epicentrale, VII MCS in quasi 40 località (tra cui Alessandria, Voghera e Tortona) e un risentimento in gran parte dell’Italia settentrionale, da Verona ad Aosta.

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Mappa dei risentimenti macrosismici del terremoto del 9 ottobre 1828 (http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/)

Se si osserva la storia sismica di Voghera, una delle località più prossime alle scosse avvenute oggi, si nota che il terremoto del 1828 è quello che ha prodotto gli effetti più forti, ma altri eventi hanno avuto effetti significativi in questa località; in particolare, il terremoto del 29 giugno 1945 ha prodotto qualche danno, valutato nel VI grado della scala MCS (la storia sismica è la sequenza nel tempo dei risentimenti conosciuti in una località). Prima del 1800 non sono disponibili informazioni su questa località, molto probabilmente a causa del contesto socio-economico dell’area che non ha consentito di tramandare fino ai giorni nostri le informazioni.

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Storia sismica di Voghera (http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/)

Osservando la distribuzione dei terremoti storici riportati nel catalogo CPTI, si osserva un allineamento di epicentri lungo quella linea che in geologia è nota come Villavernia-Varzi, un elemento strutturale di primo ordine che secondo molti autori rappresenta il limite tra l’Appennino Settentrionale e le Alpi. Di fatto coincide con la terminazione a nord dell’Appennino che, anche da un punto di vista della morfologia, sparisce al di sotto dei depositi della Pianura Padana.

Questi informazioni, insieme a molti altri dati, sono alla base della valutazione della pericolosità sismica di quest’area. Il numero di terremoti, la loro frequenza, la massima magnitudo degli eventi conosciuti o ipotizzabile in base alle (scarse) informazioni delle strutture sismogenetiche sono elaborati con un approccio probabilistico che indica quale sia lo scuotimento del suolo atteso con una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, ovvero con un periodo di ritorno di 475 anni.

Localizzazione eventi del 21 novembre (agg. ore 13:00) sovrapposti alla mappa di pericolosità sismica ed ai terremoti storici (CPTI 11)
Localizzazione eventi del 21 novembre (tre cerchi rossi, agg. ore 13:00) sovrapposti alla mappa di pericolosità sismica ed ai terremoti storici (http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/).

Rispetto ad altre aree in Italia, questa zona ha una pericolosità più bassa, ma questo non significa che terremoti anche forti non si possano verificare in futuro per quanto con una probabilità bassa.

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